Plot Summary
Macerie e Nuovi Inizi
Ottobre 1945, l'Italia è appena liberata e la scuola elementare di Borgo di Dentro riapre tra le macerie. Gilla, giovane maestra sfollata da Genova, accetta di restare in questo paese segnato dalla guerra, nonostante la nostalgia e il dolore per ciò che ha perso. La scuola, devastata dall'occupazione nazista, è un simbolo di rinascita: mancano materiali, banchi, calore, ma la determinazione di Gilla e la presenza delle sue ventitré allieve danno un senso al futuro. In questo scenario, la scuola diventa rifugio e laboratorio di ricostruzione morale, dove la fatica di insegnare si intreccia con la necessità di guarire ferite profonde, sia personali che collettive.
Il Silenzio di Ester
Tra le nuove allieve c'è Francesca, una bambina silenziosa proveniente dall'orfanotrofio. Gilla intuisce subito che dietro il mutismo si nasconde un trauma profondo. Francesca, in realtà, si chiama Ester e porta con sé il peso di una storia familiare spezzata dalle leggi razziali e dalla guerra. Il suo silenzio è difesa e dolore, ma anche speranza che qualcuno, un giorno, venga a riprenderla. Gilla, con pazienza e delicatezza, cerca di avvicinarsi a lei, riconoscendo in quella bambina la fragilità e la forza di chi ha visto troppo presto la fine dell'infanzia.
Famiglie Spezzate
Attraverso flashback, il romanzo ricostruisce la vita della famiglia Sacerdoti: Abram, professore di matematica, Margherita, la moglie, e la piccola Ester. L'arrivo delle leggi razziali nel 1938 sconvolge ogni equilibrio: Abram perde il lavoro, il nonno Giosuè la bottega, i cugini sono costretti a fuggire. La famiglia si stringe, ma la spirale della discriminazione e della violenza li separa. La memoria di una gita felice sul Po diventa per Ester l'ultimo ricordo di un mondo perduto, mentre la realtà si fa sempre più minacciosa e incerta.
Leggi e Privilegi
Le leggi razziali e le restrizioni si moltiplicano, privando gli ebrei di ogni diritto e dignità. Ester, però, all'orfanotrofio gode di alcuni privilegi: può andare a scuola, ha una cartella, riceve cibo migliore. Questi piccoli vantaggi la isolano dalle altre bambine, che la guardano con sospetto o invidia. Il privilegio diventa così un'altra forma di solitudine, mentre la società intorno si fa sempre più ostile e la paura si insinua in ogni gesto quotidiano.
L'Universo da Aggiustare
Gilla trova un vecchio planetario meccanico tra le rovine della scuola e decide di restaurarlo. Il modellino, con i suoi pianeti ammaccati e le orbite spezzate, diventa metafora dell'universo interiore dei personaggi: tutto è stato distrutto, ma con pazienza e cura si può tentare di aggiustare. Le lezioni immaginarie che Gilla prepara per le sue allieve, mentre lavora al planetario, sono un modo per dare senso al caos e trasmettere la speranza che anche ciò che sembra irrimediabilmente rotto possa tornare a funzionare.
Amicizia e Segreti
Ester trova un'inaspettata alleata in Maria Luisa Piombo, compagna di banco goffa e generosa. Tra le due nasce una complicità fatta di piccoli gesti, aiuti reciproci e segreti condivisi: Ester aiuta Maria Luisa nei compiti, Maria Luisa la protegge dalle prepotenze. L'amicizia diventa per Ester un'ancora, ma anche una sfida: per la prima volta, deve scegliere se fidarsi, se raccontare la verità su di sé, se rischiare di essere di nuovo ferita.
Ricordi e Identità
I ricordi sono per Ester una catena preziosa e dolorosa: la casa, la famiglia, le tradizioni ebraiche, la voce del padre, la dolcezza della madre. Ma la memoria è anche ciò che la separa dal presente, la costringe a vivere in un tempo sospeso, incapace di accettare la nuova identità imposta dall'orfanotrofio e dai documenti falsi. Solo attraverso la scrittura, i temi assegnati da Gilla, Ester riesce a dare voce al suo passato e a mantenere viva la speranza di ritrovare se stessa.
La Guerra Entra in Classe
La guerra non è solo uno sfondo: entra nelle aule, nei sogni, nei corpi. I bombardamenti, le privazioni, la paura dei rastrellamenti segnano la vita di tutti. Gilla, che ha fatto la staffetta partigiana, porta in classe la sua esperienza di resistenza, ma anche il peso delle perdite. Le bambine imparano presto che la scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma anche di sopravvivenza, dove si impara a riconoscere il bene e il male, a distinguere tra giusto e sbagliato, a non arrendersi mai.
Sopravvivere all'Assurdo
La famiglia Sacerdoti viene travolta dalla Shoah: Abram e il padre deportati ad Auschwitz, Margherita e Ester costrette a nascondersi sotto falso nome. Il romanzo racconta con pudore e precisione la vita nei campi, la fame, la paura, la morte sempre in agguato. Ma anche qui, tra le baracche e le selezioni, la memoria e la speranza resistono: Abram si aggrappa ai numeri, alle lettere che riesce a spedire, Margherita alla ricerca della figlia, Ester alla promessa che la madre tornerà a prenderla.
Fuga e Smarrimento
Ester e Margherita sono costrette a separarsi per salvarsi: la bambina viene affidata a una contadina, poi a un prete, poi a un collegio di suore. Ogni passaggio è una nuova perdita, un nuovo nome, una nuova storia da imparare. La fuga diventa smarrimento: Ester non sa più chi è, dove si trova, se potrà mai tornare a casa. Ma la promessa della madre – "verrò a prenderti" – resta un faro nella notte.
L'Infanzia Rubata
Nell'orfanotrofio, Ester impara a sopravvivere: nasconde un gatto nell'intercapedine, si adatta alle regole, si difende dalle angherie. La sua infanzia è fatta di privazioni, paure, piccoli stratagemmi per conservare un briciolo di umanità. Ma è anche un tempo di resistenza: la bambina non si lascia spezzare, trova conforto nei gesti quotidiani, nella cura per il gatto, nei ricordi che la tengono viva.
Resistenza e Speranza
Gilla, Rosa Maria e le altre donne del paese partecipano attivamente alla Resistenza: trasportano messaggi, cibo, armi, curano i feriti, rischiano la vita. La guerra è anche una questione di donne, di madri, di maestre che si fanno carico della ricostruzione morale e materiale. La speranza nasce dalla solidarietà, dalla capacità di non arrendersi, di continuare a credere che un futuro migliore sia possibile.
Il Ritorno Impossibile
Con la Liberazione, i sopravvissuti cercano di tornare a casa, ma nulla è più come prima. Le case sono occupate, le famiglie spezzate, i traumi indelebili. Abram e Margherita si ritrovano, ma la perdita di Ester li separa ancora. Gilla, orfana di futuro, resta a Borgo di Dentro, incapace di tornare alla vita di prima. Il ritorno è un percorso doloroso, fatto di ricerca, di attese, di domande senza risposta.
La Voce Ritrovata
Grazie all'amicizia con Maria Luisa e alla pazienza di Gilla, Ester ritrova la voce. In un gesto di fiducia, rivela il suo vero nome e la sua storia. Il silenzio si spezza, la bambina può finalmente chiedere aiuto, reclamare la propria identità, desiderare di tornare a casa. È un momento di svolta: la parola diventa atto di rinascita, la voce ritrovata segno di una nuova possibilità di vita.
Il Pianeta Venere
Il planetario aggiustato da Gilla diventa il centro di una lezione speciale: Venere, la stella del mattino e della sera, simbolo di amore, speranza e resilienza. Le bambine sono invitate a osservare il cielo, a scrivere i loro pensieri, a immaginare un futuro diverso. Venere, come il gatto Lucifero, è portatore di luce: anche nei momenti più bui, c'è sempre una possibilità di riscatto, di bellezza, di meraviglia.
Casa, finalmente
Gilla accompagna Ester e Maria Luisa a Casale Monferrato, dove la bambina ritrova la madre. Il ritorno a casa è commovente e difficile: nulla è come prima, ma la famiglia può ricominciare a ricostruirsi. L'abbraccio tra madre e figlia, la presenza degli amici, la consapevolezza di aver superato l'orrore sono il segno che, nonostante tutto, la vita può riprendere.
Esami e Rinascita
L'anno scolastico si conclude con gli esami: tutte le bambine sono promosse, anche Maria Luisa, che scrive un tema sull'amicizia e sulla felicità di aver ritrovato Ester. La scuola, guidata da Gilla, si conferma spazio di rinascita, di crescita, di possibilità. Le voci delle bambine, i loro abbracci, la gratitudine dei genitori sono la risposta più forte alla violenza e alla distruzione della guerra.
Il Gatto Lucifero
Il gatto, chiamato Lucifero da Ester, sopravvive a tutto: alla fame, alla prigionia, alla guerra. È simbolo di resilienza, di capacità di adattamento, di misteriosa continuità della vita. Come Venere, porta la luce anche nei luoghi più oscuri, ricordando che la libertà e la speranza sono sempre possibili, anche quando tutto sembra perduto.
Characters
Gilla (Virgilia)
Gilla è la giovane maestra che, dopo aver perso tutto nella guerra, si rifugia a Borgo di Dentro. Il suo ruolo è quello di guida, di madre simbolica per le sue allieve, soprattutto per Ester. Segnata dalla perdita e dal senso di colpa, trova nella scuola e nel tentativo di "aggiustare l'universo" una ragione per andare avanti. La sua psicologia è complessa: alterna momenti di forza e determinazione a crisi di sconforto e nostalgia. La relazione con Michele, partigiano scomparso, la segna profondamente, ma la spinge anche a impegnarsi nella ricostruzione morale e civile. Gilla incarna la possibilità di rinascita attraverso la cura, l'educazione e la solidarietà.
Ester Sacerdoti / Francesca Pellegrini
Ester è la vera protagonista emotiva del romanzo: figlia di ebrei, sopravvissuta alla Shoah, costretta a cambiare nome e identità per salvarsi. Il suo silenzio è la manifestazione di un trauma profondo, ma anche di una straordinaria forza interiore. Ester è intelligente, sensibile, capace di adattarsi e di resistere. La sua amicizia con Maria Luisa e il rapporto con Gilla sono fondamentali per la sua rinascita. Il percorso di Ester è quello di una lenta riconquista della parola, della memoria e della speranza, fino al ricongiungimento con la madre e alla possibilità di un futuro.
Maria Luisa Piombo
Maria Luisa è la compagna di banco di Ester, una bambina semplice, goffa, spesso derisa dalle altre. La sua bontà e la sua ostinazione la rendono un personaggio chiave: è lei a proteggere Ester, a offrirle amicizia senza condizioni, a spingerla a parlare. Maria Luisa rappresenta la forza della gentilezza, la capacità di vedere oltre le apparenze, il valore dell'amicizia come strumento di salvezza reciproca. Il suo sviluppo psicologico è quello di una bambina che, grazie al legame con Ester, acquista fiducia in sé e trova il proprio posto nel mondo.
Abram Sacerdoti
Abram è il padre di Ester, professore di matematica, uomo di scienza e di principi. La sua vita viene sconvolta dalle leggi razziali e dalla deportazione. Nel lager, si aggrappa alla razionalità, ai numeri, alle lettere che riesce a spedire, come unico modo per non perdere la speranza. Il suo percorso è quello di una resistenza silenziosa, fatta di dignità e di amore per la famiglia. Il ritorno a casa è segnato dal trauma, dalla difficoltà di ricominciare, ma anche dalla gratitudine per ciò che resta.
Margherita Sacerdoti
Margherita è la madre di Ester, figura di straordinaria forza e resilienza. Costretta a nascondersi, a separarsi dalla figlia, a vivere di espedienti, non smette mai di cercare Ester, di credere nella possibilità di ritrovarla. La sua psicologia è segnata dal senso di colpa, dalla paura, ma anche da una determinazione incrollabile. Margherita incarna il dolore e la speranza di tutte le madri che hanno perso i figli nella guerra, ma anche la capacità di non arrendersi mai.
Giosuè Sacerdoti
Giosuè è il nonno di Ester, proprietario di una bottega di tessuti, uomo legato alle tradizioni e alla famiglia. La sua figura è quella del saggio, del custode della memoria, ma anche della fragilità di chi vede il proprio mondo crollare. La sua deportazione e morte ad Auschwitz rappresentano la perdita irreparabile, ma anche la trasmissione di valori che sopravvivono nella memoria di Ester.
Rosa Maria Leone
Rosa Maria è la giovane contadina che aiuta Gilla e la sua famiglia durante la guerra. Il suo ruolo nella Resistenza, la perdita del fratello, la capacità di prendersi cura degli altri la rendono un personaggio fondamentale per la rete di solidarietà che permette la sopravvivenza. Rosa Maria rappresenta la forza delle donne nella lotta contro l'oppressione e la capacità di ricostruire legami anche nelle condizioni più difficili.
Michele
Michele è il partigiano amato da Gilla, figura assente ma sempre presente nella memoria della maestra. La sua morte simboleggia la perdita dell'innocenza, ma anche la necessità di continuare a lottare per un mondo migliore. Michele incarna il coraggio, il sacrificio, la speranza di una generazione che ha creduto nella possibilità di cambiare il destino.
Suor Giuliana
Suor Giuliana è la suora dell'orfanotrofio che si prende cura di Ester. La sua presenza è rassicurante, ma anche ambivalente: rappresenta la carità cristiana, ma anche i limiti di un sistema che, pur accogliendo, non riesce a restituire pienamente l'identità perduta. Suor Giuliana è testimone silenziosa delle sofferenze delle bambine, ma anche della loro capacità di rinascere.
Il Gatto Lucifero
Il gatto, salvato e nascosto da Ester, attraversa tutto il romanzo come presenza silenziosa e misteriosa. È simbolo di sopravvivenza, di capacità di adattamento, di continuità della vita anche nei momenti più bui. Chiamato Lucifero, come Venere, è portatore di luce: rappresenta la possibilità di trovare bellezza e speranza anche dove tutto sembra perduto.
Plot Devices
Struttura a mosaico e memoria frammentata
Il romanzo si costruisce su una struttura a mosaico, alternando presente e passato, voci di adulti e bambini, lettere, temi scolastici, flashback e scene corali. Questa scelta riflette la frammentazione dell'identità e della memoria dopo la guerra: ogni personaggio ricostruisce la propria storia attraverso ricordi, oggetti, parole, silenzi. La narrazione procede per accumulo di dettagli, piccoli gesti, simboli (il planetario, il gatto, le lettere), che si intrecciano a formare un quadro complesso e commovente. Il planetario meccanico è il principale dispositivo simbolico: aggiustare l'universo significa tentare di riparare ciò che la guerra ha distrutto, ma anche accettare che alcune ferite resteranno per sempre. La scrittura stessa diventa atto di resistenza: i temi, le lettere, i pensierini sono strumenti per dare voce a chi è stato ridotto al silenzio. Il romanzo utilizza inoltre la tecnica della suspense e del foreshadowing: il lettore sa che qualcosa di terribile è accaduto, ma la verità emerge solo poco a poco, attraverso indizi, omissioni, rivelazioni. La scelta di focalizzare la narrazione su una bambina muta, e di restituire la sua voce solo alla fine, è un potente espediente per far sentire il peso della perdita e la gioia della rinascita.
Analysis
"Aggiustare l'universo" di Raffaella Romagnolo è un'opera che affronta con delicatezza e profondità il trauma collettivo della Shoah e della guerra, ma lo fa attraverso la lente dell'infanzia, della scuola, della quotidianità. Il libro ci insegna che la storia non è fatta solo di grandi eventi, ma di piccoli gesti di cura, di amicizia, di resistenza silenziosa. La scuola, la famiglia, l'amicizia sono i luoghi in cui si può tentare di riparare ciò che è stato spezzato, anche se la guarigione non è mai completa. Il planetario aggiustato da Gilla è la metafora di un mondo che può tornare a girare, ma che porta per sempre i segni delle sue ferite. Il romanzo invita a non dimenticare, a dare voce a chi è stato ridotto al silenzio, a credere nella possibilità di ricominciare anche dopo la distruzione. La lezione più importante è che la speranza nasce dalla solidarietà, dalla capacità di vedere l'altro, di prendersi cura, di non arrendersi mai all'oscurità. In un'epoca in cui la memoria della guerra rischia di sbiadire, "Aggiustare l'universo" ci ricorda che ogni gesto di umanità è un atto di resistenza e di rinascita.
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Recensioni
Readers generally praise Aggiustare l'universo for its emotional depth and historical accuracy, particularly in depicting post-WWII Italy and the Holocaust. Many appreciate the well-developed characters and the intertwining of past and present narratives. The book's exploration of trauma, hope, and reconstruction resonates strongly with most readers. Some criticize it for being overly dramatic or formulaic, while others find the writing style, with its frequent lists and historical details, challenging. Despite mixed opinions, it's widely regarded as a touching and important work.